Alberi e uomini
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Castagno

Famiglia: Fagacee

Nome scientifico: Castanea sativa Miller

Descrizione:

Albero massiccio alto fino a 30 m, con corteccia grigio-bruna, fessurata longitudinalmente. Foglie caduche, con le lamine tutte disposte sullo stesso piano, oblungo-lanceolate, lunghe 10-25 cm, con margine seghettato. Infiorescenze unisessuali ad impollinazione entomofila; gli amenti maschili, lunghi fino a 15 cm, sono rigidi, di colore bianco-crema; i fiori femminili, solitari o in gruppi di 2-3, sono riuniti alla base delle infiorescenze maschili. I frutti, gli spinosi ricci, contengono 2 o 3 semi: le ben note castagne.

Distribuzione:

Il castagno è diffuso dall'Europa sudorientale fino all'Asia Minore; nel nostro Paese è uno dei costituenti principali dei boschi collinari fra i 200 e gli 800 m, anche se è possibile trovarlo fino ai 1200 m e oltre.

Ecologia:

Predilige i terreni acidi, freschi e permeabili, ed è assolutamente calcifugo. Lo si trova spesso in boschi misti o puri, questi ultimi in genere piantati. Albero a crescita rapida, riesce a raggiungere età prodigiose. Sulle sue origini si è molto dibattuto: presente nel Terziario, scomparve durante la glaciazione di W¨rm, ricomparendo in epoca romana, probabilmente reintrodotto dall'uomo. Come le altre specie di uso alimentare, anche per il castagno è difficile capire fino a che punto la sua diffusione sia stata determinata dall'intervento umano.

Il suo legno, duro e resistente, a seconda dell'età ha usi diversi, tutti legati alla civiltà contadina: dalla manifattura delle ceste, alla fabbricazione di ottime botti e mobili rustici di eterna durata. L'alta percentuale di tannini che si ricava da questa pianta ha decretato la fine di innumerevoli boschi di castagno.

 

Castagno